La domanda: il 55,3% delle famiglie italiane vive con un animale da compagnia
Negli anni e con l’esperienza di una vita sempre più frenetica, ho scoperto il piacere di fare una camminata mattutina rilassante, che mi aiuta ad affrontare la giornata in maniera meno brusca e con maggiore progressione.
Nella passeggiata sono sempre accompagnato dal mio fedele amico Pepper, un beagle dalle orecchie lunghe e dagli occhi nostalgici, che nonostante la sua età e a differenza dal padrone, con il suo passo scodinzolante è ancora in grado di far girare lo sguardo alle ragazze.
Uno studio di mercato presentato nel 2014 da AssalcoZookmark ha confermato che il legame degli italiani con gli animali da compagnia è sempre più forte.
In particolare emerge che il 55,3% delle famiglie italiane vive con un animale da compagnia e che esiste complessivamente una popolazione di oltre 60,4 milioni di pet, quasi quanta la stessa popolazione italiana.
Sempre curiosando sul web, ho anche letto una ricerca condotta dall’Università del Wisconsin dove, su 600 proprietari di animali domestici, nel 60% dei casi sono stati preferiti i cani e nell’11% i gatti (il 29% non ha espresso una scelta).
Il proprietario della prima tipologia risulta essere più espansivo, estroverso e sceglie il cane perché aiuterebbe a socializzare durante le passeggiate quotidiane, mentre il proprietario del gatto, sempre secondo questo studio, sarebbe tendenzialmente più introverso e sensibile, anticonformista e poco incline a piegarsi alle mode.
Il 31,3% delle farmacie intervistate tratta il farmaco veterinario quotidianamente
Aderente o no alla verità, tutte e due le tipologie di proprietari si presentano abitualmente in farmacia e, per il rispetto e l’affetto verso il loro animale domestico, tengono in considerazione la sua salute e il suo benessere almeno quanto quella di un familiare.
Per questo motivo, chiunque impiega un farmaco veterinario (farmacista o proprietario dell’animale) dovrebbe essere tenuto a:
- Controllare gli effetti e le conseguenze dello stato di salute a seguito della somministrazione
- Annotare qualsiasi reazione che si rende manifesta anche se questa non è riportata nel foglietto illustrativo
- Segnalare la reazione avversa al farmacista e al medico veterinario.
In particolare, il farmacista è il responsabile della vendita diretta dei farmaci ad uso veterinario e, come avviene con le prescrizione dei farmaci ad uso umano, può suggerire e consegnare un medicinale veterinario generico, sempre tenendo in considerazione quanto viene prescritto e suggerito dal medico Veterinario.
Il ruolo attivo del Farmacista nella Farmacovigilanza Veterinaria
Qualora il farmacista riscontri manifestazioni di reazioni allergiche, sia a carico dell’animale che eventualmente dei proprietari dello stesso, può assumere un ruolo attivo nella Farmacovigilanza Veterinaria, contribuendo ad aumentare il tasso di segnalazione.
Il compito della farmacovigilanza veterinaria è infatti quello di garantire l’uso sicuro dei medicinali veterinari negli animali, la sicurezza degli alimenti di origine animale, la sicurezza per l’uomo che viene a contatto con i medicinali veterinari e la sicurezza per l’ambiente.
Tale segnalazione può essere fatta facilmente, compilando un form online sul sito del Ministero della Salute, nella sezione “Medicinali e dispositivi veterinari” e inviandolo via mail a farmacovigilanzavet@sanita.it.
La dimensione del mercato Farmaci Veterinari: Farmaci Antiparassitari, un mercato da oltre 14 ml di euro
Nel corso di un’indagine condotta da Marketing & Telematica nell’ambito del Censimento MMAS Farmacie, su 7.665 farmacie intervistare, circa 2.400 (pari al 31,3%) hanno dichiarato di trattare il farmaco veterinario quotidianamente.
Dal un punto di vista commerciale, per le aziende che distribuiscono farmaci veterinari, questo significa che in Italia esistono almeno 5.000 esercizi che varrebbe la pena di seguire in modo diretto, o quanto meno, con i quali attivare un rapporto privilegiato.
La parte ponderata di questo mercato è rappresentata dai farmaci Antiparassitari, un comparto talmente grande e con una domanda così importante (un mercato che si stima valga oltre 14 milioni di euro) che questa tipologia di prodotti viene spesso distribuita anche attraverso la GDO e i punti vendita specializzati Pet Shop, in Italia costituito da oltre 3.793 esercizi (Censimento nazionale MMAS Garden & Pet Shop).
A ulteriore conferma di quanto sopra osservato, nel corso dello stesso Censimento MMAS Farmacie, gli intervistati hanno dichiarato che gli acquisti dei farmaci veterinari si concentrano sulla categoria degli Antiparassitari per il 55,8% delle vendite, e sui prodotti propriamente farmacologici come Antibiotici, Antinfiammatori, Vaccini ecc. per il 23,3%.
A questo fenomeno, contribuisce anche la normativa nazionale, che consente al medico veterinario di consegnare direttamente al proprietario degli animali le confezioni di medicinali veterinari della propria scorta e da lui già utilizzate, nell’ambito della propria attività e qualora l’intervento professionale lo richieda.
Questo allo scopo di iniziare subito la terapia e in attesa che detto soggetto si procuri, sempre presso la farmacia, le altre confezioni prescritte per il proseguimento della terapia medesima.
Formazione e aggiornamento del Farmacista indispensabili per un uso appropriato dei farmaci veterinari
In questo contesto, con il suo ruolo e la presenza capillare sul territorio, è il farmacista che riesce a offrire alla comunità un servizio importante e insostituibile, e cioè quello del monitoraggio della salute pubblica e dell’environment in genere.
Know how che può costituire nuovamente un punto di forza per la farmacia e rafforzare presso il Cliente (in questo caso il Padrone dell’animale) un ruolo che non può essere sostituito, favorendo ancora una volta il rapporto di fiducia e il valore commerciale della farmacia rispetto ad altri canali.
E’ nondimeno essenziale che il farmacista approfondisca anche le competenze in area veterinaria, inserendo questa materia nel proprio piano annuale di aggiornamento professionale.
Le reazioni avverse ai farmaci veterinari per cani e gatti
Dai dati di uno studio retrospettivo condotto al centro Antiveleni di Milano (CAV) tra il 2006 e il 2012, dove venivano analizzate le segnalazioni pervenute per farmaci a cui erano stati esposti i cani e i gatti insieme alle reazioni osservate, emergeva che per il 79% dei casi si trattava di cani esposti ai farmaci di uso umano, mentre le segnalazioni di reazioni avverse per i farmaci specificatamente veterinari, erano nel 77% relative a gatti.
Più nello specifico, tra le reazioni avverse, la classe farmacologica maggiormente riscontrata tra i farmaci ad uso umano era quella delle specialità per il sistema nervoso centrale (26,8%), seguiti dai FANS (19,6%) e dai farmaci cardiovascolari ed endocrini (12,9 % ciascuno).
Occorre quindi ricordare che, anche a parità di principio attivo, i farmaci veterinari sono diversi da quelli per uso umano, perché studiati appositamente tenendo conto del metabolismo di ciascuna specie. Utilizzare un farmaco non studiato per gli animali potrebbe portare a delle variazioni sia di farmacocinetica che di farmacodinamica.
La Farmacia: Missione sociale e Business
Concluderei sottolineando che, la missione sociale e la prossimità della farmacia alla popolazione del suo territorio, alle famiglie e di conseguenza ai loro animali domestici, richiedere che il farmacista dedichi una parte del tempo ad approfondire le materie veterinarie, nell’ottica non solo di offrire una consulenza ed un supporto professionale adeguato, ma anche con l’obiettivo di difendere un’ulteriore area nel proprio business.
E’ il caso di dire: “MOLLA L’OSSO”.
Articolo di GianPaolo Macario, @gpaolomacario (pubblicazione su Bellezza in Farmacia, mte edizioni)
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